Quindi all’inizio della storia dell’Ara Pacis il famoso altare si trovava non vicino alle sponde del Tevere ma in pieno Campo Marzio. Non sapevamo in realtà che la zona iniziale dell’altare, Campo Marzio, era una zona alluvionale, quindi nel giro di un secolo l’horologium aveva smesso di funzionare e l’altare era per metà sprofondato del terreno.
Durante il Medioevo la zona in questione divenne una cava di marmoraro, dove si estraeva non a caso tanto di quel prezioso Carrara, non sapevano che per caso stavano iniziando al lento processo di emersione del perduto altare di Augusto. Secoli dopo la famiglia di papa Sisto V fecero costruire sulla ex cava il loro palazzo e per nel 1568 durante dei lavori per rinforzare le fondamenta del palazzo riemersero finalmente i primi fregi dell’altare.
Fino all’Ottocento i fregi furono spezzettati e venduti separatamente ad appassionati d’arte, fino a quando l’archeologo von Duhn li raggruppò insieme e si rese conto nel valore storico ed artistico che avevano essendo parti del perduto altare di Augusto